REPORT

Lun. Nov 10th, 2025

REPORT

Primo Report Ciclabile

Il gesto di ritorno

Tutti i viaggi, le esperienze, i dialoghi cominciano come un movimento interiore. Non nascono per essere raccontati, ma per essere vissuti. Solo in seguito, quando la memoria inizia a lavorare sulla traccia lasciata dal trascorso, la loro narrazione può emergere come un modo per comprendere. Questi report originano proprio da quel gesto di ritorno: non dall’urgenza di dire, ma dal bisogno di ascoltare ciò che la vita ha trasformato. Sono il luogo in cui si fanno consapevolezza, e la consapevolezza, lentamente, diventa forma.

Luogo d’incontro

Non sono pagine per descrivere, bensì per restituire ritmo e densità al passaggio di cui si è stati parte. Ogni parola è un tentativo di toccare la sostanza che unisce il fuori e il dentro: ciò che accade nel mondo e ciò che si muove nella coscienza. Sono il punto in cui questi due piani si incontrano, si misurano e si riconoscono. In questo spazio di contatto, i viaggi, le esperienze, i dialoghi non sono più individuali: diventano gesto di coscienza condivisa, una possibilità di risonanza tra chi narra e chi assorbe il racconto, tra chi ha visto e chi si dispone a vedere.

Espansione della coscienza

Così, il mare, una città, una nota musicale o un esercizio teatrale sono diverse modulazioni di uno stesso movimento della percezione. Lo sguardo si adatta, impara a leggere ciò che cambia e ciò che resta. Qui si raccolgono queste variazioni di prospettiva: i luoghi esplorati o le dimensioni attraversate, le persone incontrate, i segni che la materia lascia su chi la osserva. Ogni descrizione, per quanto precisa, resta un appiglio provvisorio, ma ciò che davvero resta è la forma del cambiamento: la coscienza che si allarga fino a comprendere il mondo come parte di sé, e se stessa come parte del mondo.

Né diario né reportage

Il racconto che ne nasce non appartiene più al diario né al reportage, ma a una soglia fra i due. Ed è la stessa porta che abita questo spazio: memoria che si fa linguaggio, ma un linguaggio che non pretende di fissare. Parole che diventano il luogo dove la conoscenza si muove come respiro — un ritmo di attenzione e abbandono, di prossimità e distanza. In questa oscillazione, il significato non si costruisce, si rivela. Ogni racconto è una finestra che si apre sulla vicenda vera e la lascia passare.

Un nuovo cambiamento

Restituire il mondo

I testi qui conservano questo stato di presenza: non documentano, ma restituiscono energia. Accade infatti che nel gesto di narrare l’io si faccia poroso, permeabile: non racconta se stesso, ma ciò che attraverso di lui è passato. In questo modo, la storia non appartiene più al soggetto, ma al mondo che l’ha varcato. Non si è qui semplicemente per custodire questi vissuti, ma per lasciarli circolare. Ogni testo, ogni frammento, è un modo per far vivere di nuovo l’incontro: per riconoscere, non nell’analisi ma nel contatto, la conoscenza più autentica.

Il battito del progetto

REPORT

Primo Report Ciclabile

Avevo da tempo il desiderio di mettere ordine fra le mie abitudini e le mie energie, di scegliere un ritmo di vita che sapesse restituirmi equilibrio. Non cercavo una fuga, ma piuttosto un punto d’incontro fra il bisogno di muovermi e quello di fermarmi a comprendere. Da questa esigenza è nato un viaggio di ricerca personale, semplice e concreto, che…

(≡)

Categoria: REPORT

Primo Report Ciclabile